E' così bello far ruotare il calice e osservare i riflessi sui suoi bordi. Inclino un po' il paralume per far fluire più luce, mentre la radio passa il mio pezzo. Stasera mi godo le cose, lontana dal vociare delle convenzioni sociali: ho di meglio da fare.
Il bicchiere che tintinna mi ricorda una musica vaga, e il giradischi rosso a valigetta della nonna, quando passavo le estati in campagna… O forse un suono ancor più lontano. Ho qui ancora, sul piede, il segno sorridente di quella caduta in bicicletta, sulla strada di sassi: quante lacrime ma poi quante risate con i cani e gli altri bambini! Ero già uno spirito libero e non ho imparato nulla: ancora adesso cammino scalza per casa.
E allora, con questo Traminer di Luciano, faccio un brindisi a te, cara Treviso, città dipinta che mi hai accolta! Chissà cosa pensi di me, tu che sei così placida e composta. Sembri davvero uscita da un quadro: una veduta perfetta e senza macchia, energica e statuaria… mentre io, qui… chi potrebbe riuscire mai a farmi un ritratto? Farei girar la testa anche a un futurista!
A chi ti abita forse sembro ruvida, irrequieta. Ma qualcuno lo sa che dentro sono un’albicocca… Domani, alle 10, alla Chiesa di San Nicolò.
